Esteri

Coronavirus, mascherine per l'Italia sequestrate dalla Repubblica Ceca. L'ambasciata italiana: "Praga si è impegnata a inviarci un numero uguale"

In attesa che si concluda l'indagine su quanto è accaduto, il governo, secono quanto riporta una nota della nostra sede diplomatica, ci manderà lo stesso quantitativo che è stato sequestrato. Il caso sollevato dal GR1 grazie al lavoro del ricercatore ceco Lukas Lev Cervink

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GRAVE caso di mancanza di solidarietà nell'Unione europea nell'emergenza coronavirus, da parte della Repubblica ceca ai danni dell'Italia. Lo aveva denunciato ieri il GR1 grazie alla denuncia di un onesto e coraggioso ricercatore ceco, Lukas Lev Cervinka, membro del partito Pirata (all'opposizione ma al potere al municipio della capitale Praga). Le autorità locali hanno sequestrato arbitrariamente un enorme carico di 110mila mascherine - alcuni avevano parlato addirittura di 680mila - e migliaia di respiratori, che la Repubblica popolare aveva inviato al nostro Paese per aiutarci. Solo oggi pomeriggio, dopo passi appropriati della Farnesina, l'ambasciata d´Italia a Praga ha detto che le autorità ceche si sono impegnate a restituire il materiale medico inviato da Pechino e destinato a Roma per aiuto e solidarietà.

Dice la nota della nostra sede diplomatica a Praga: "Questa mattina il ministro degli Affari Esteri della Repubblica ceca, Tomas Petricek, ha comunicato all'ambasciatore Nisio che, in attesa che si concluda l'inchiesta della polizia ceca sul furto del materiale sanitario avvenuto a Lovosice, la Repubblica ceca invierà al più presto all'Italia 110mila mascherine dalle proprie scorte, in numero pari a quelle che avrebbero dovuto raggiungere il nostro Paese e che invece sono state trafugate e sequestrate dalle autorità ceche".

"Il carico partirà entro 48 ore", prosegue la nota dell'ambasciata, e spiega ancora: "A fronte dell'urgenza di forniture mediche il governo ceco, in stretta collaborazione con l'ambasciata d´Italia a Praga, ha deciso di inviare subito il carico destinato al nostro Paese senza attendere la conclusione dell'inchiesta tuttora in corso, e focalizzata a scoprire come l'ingente refurtiva sia stata trafugata e dove. La complessità del caso, che si dirama su altri Paesi, richiederebbe altri giorni, ma la situazione in Italia non consente attese". Il comunicato annuncia poi "sull'argomento il ministro Tomas Petricek sta scrivendo una lettera personale al titolare degli Esteri in Italia Di Maio".
    
I fatti, come mi ha raccontato al telefono Lukas Lev Cervinka confermando totalmente la notizia data dal Gr1, sarebbero andati così. Martedì le autorità ceche avevano vantanto un grande successo nella lotta a chi specula sui costi di mascherine e altro materiale medico indispensabile per fermare la pandemia. "La versione ufficiale con i primi comunicati diceva all'inizio che si trattava di mascherine e respiratori confiscati, parlando di materiale rubato a imprese ceche da criminali senza scrupoli che volevano venderle a costo maggiorato sul mercato internazionale, sfidando i severi limiti all'export medico imposti in Cechia come altrove dall´emergenza". Ma poi sono apparsi foto e filmati mostrati da Cervinka e dalle ong democratiche ed europeiste, che hanno fatto capire la brutta verità. Almeno gran parte del materiale sequestrato e fotografato a bordo di camion della polizia erano scatoloni con le bandiere cinese e italiana, e scritte in italiano inglese e mandarino in cui le autorità di Pechino scrivevano "Forza Italia, siamo al tuo fianco", lanciavano saluti, incoraggiamenti e desiderio di aiuto all'Italia.

"Il ministero dell'Interno ceco è stato contattato", continua Lukas Lev Cervinka, "e all'inizio ha insistito nella versione ufficiale, ripetendo la menzogna del sequestro di materiale destinato a vendite illegale. Tutti i media diffusero allora la storia, ma poi la verità è stata scoperta, e si vedevano chiaramente le etichettature sugli scatoloni inviati da Pechino: aiuto umanitario cinese per l'Italia. Eppure il governo ceco ci ha messo tre giorni prima di dire, all'inizio non ufficialmente ma solo con tweet del ministero dell´interno, che ammetteva che almeno parte, cito i tweet, del carico, in realtà veniva dalla Repubblica popolare ed era destinato al vostro Paese come aiuto umanitario. Aggiungendo in termini generici che l'Italia non avrebbe perso nulla". Poi davanti alle denunce e alla pronte reazioni della diplomazia italiana si è arrivati al chiarimento, spiegato appunto oggi domenica pomeriggio dalla nota della nostra ambasciata a Praga.

Inizialmente, si era venuto a sapere ieri sabato pomeriggio che l'azienda responsabile del trasporto degli aiuti cinesi in Italia aveva deciso d'accordo con Pechino e Roma di assicurare l'arrivo in Italia di un secondo equivalente carico di aiuti cinesi. "Questa domenica si è giunti a un chiarimento ma quanto accaduto nei giorni scorsi non è affatto un gesto di politica europea, è una storia molto vergognosa", mi dice Lukas Lev Cervinka. E lascia capire che come dice il movimento giovanile e della società civile ceco, la "Nuova primavera" guidata da Verdi, Pirati, gruppi giovanili, ong, associazioni culturali, un movimento europeista, ambientalista e per la difesa della democrazia contro Babis, dall'autocrate e dai suoi ci si può sempre aspettare il peggio.